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Osservatorio lato sud aperto Osservatorio Astronomico

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La storia di questo osservatorio è nata circa 6 anni fa : abitando in un luogo lontano dall' inquinamento luminoso ho pensato di realizzare una postazione fissa per poter sfruttare il più possibile le nottate serene e di buon seeing che la pianura padana regalava con parsimonia. Purtroppo gli osservatori prefabbricati dotati di cupola erano troppo onerosi per le mie tasche e così con l' aiuto di mio padre ho deciso di tentare la strada del “fai da te” che, non senza difficoltà, si e' rivelata la scelta migliore.
Come base di appoggio abbiamo scelto un piccolo fabbricato in muratura già esistente e con tetto piano, alto 2 metri e distante dall' abitazione circa 50: la visuale era buona, con l' orizzonte ben libero verso est, sud e ovest.
Abbiamo quindi realizzato un progetto scegliendo la classica struttura a tetto scorrevole ma con alcune modifiche: la più importante è stata quella di far scorrere anche metà della parete orientata a sud-est e di lasciare una parte del tetto fissa dove poter alloggiare un tavolo e un pc desktop.
La struttura portante di 2 X 2,5m , per maggiore sicurezza, è stata realizzata in ferro dal fabbro del paese ed è stata rialzata di un metro dal tetto del fabbricato per evitare le cime degli alberi da frutta circostanti: il pavimento dell' osservatorio sarebbe quindi stato alto circa 3m dal suolo.
La parte più difficile, dopo aver saldato le rotaie per lo scorrimento e la gabbia del tetto, è stata la sua copertura; per risparmiare abbiamo usato più strati di lastre in plastica in disuso fissate con rivetti e viti autofilettanti, siliconando il più piccolo buchino o fessura. Per il rivestimento esterno ,invece, abbiamo usato delle perline in legno spesse 2cm che, essendo molto lunghe, abbiamo dovuto tagliare su misura: penso che questo lavoro e il successivo fissaggio delle tavole alla struttura in ferro con viti autofilettanti sia stato il più lungo e snervante…”non ho mai avvitato così tante viti in tutta la mia vita!” L' ultima fatica è stata il portellone frontale in legno e plexiglass e la colonna per lo strumento realizzata con un tubo in ferro affogato nel cemento.
Per qualche anno il nuovo osservatorio ha funzionato egregiamente ma in seguito sono sorti i primi problemi di infiltrazione d'acqua. La causa era purtroppo evidente: le lastre di plastica, con le alte temperature estive, si erano svergolate creando cosi' molte fessure purtroppo invisibili. Dopo aver passato mesi a cercare di sigillare con ogni tipo di colla e silicone i presunti buchi, ho capito che era un lavoro inutile e così per limitare i danni ho coperto temporaneamente il tetto con un' unica lastra in vetroresina. Con l'arrivo dell' estate abbiamo aspettato una settimana di sole sicuro ( fidandomi con qualche preoccupazione delle previsioni del tempo) e ,nel corso di una giornata, abbiamo rimosso tutte le lastre del tetto; avevamo già comprato il nuovo materiale per la copertura ( una doppia lamiera con in mezzo schiuma coibentante che viene usata per realizzare gli uffici nei cantieri) e il giorno seguente con molta fatica abbiamo coperto gran parte dell' osservatorio, il terzo giorno il tetto era finito. Questa volta non abbiamo usato rivetti o viti ma un sistema un po' complesso ma molto funzionale ( visibile nelle foto ) per evitare qualsiasi buco nel tetto.

Osservatorio lato nord e sud
Osservatorio lato nord chiuso Osservatorio lato sud chiuso


Non vi dico la mia disperazione quando in autunno, dopo le prime piogge abbondanti, ho trovato di nuovo delle infiltrazioni….vinta la voglia di suicidarmi ho per fortuna individuato quasi subito il problema; a causa della poca pendenza le goccie d'acqua tornavano indietro passando nel sotto tetto. Nel pomeriggio della stessa giornata , tra un temporale e l'altro, stavo già incollando dei bordini rompigoccia: voi direte “ ovvio, ma non ci avevi pensato prima?” e io vi dico “purtroppo no”.
Per fortuna dopo questa modifica l'osservatorio non ha avuto più problemi e il tetto di colore bianco ha inoltre contribuito ad abbassare la temperatura in estate; non contento ho anche applicato sulla parete nord due grandi ventole da pc collegate ad un vecchio alimentatore da 486 e comandate da un termostato, sinceramente non fanno molto ma almeno verso sera acclimatano piu' velocemente l'osservatorio e quindi anche il telescopio. Per limitare l'umidità sempre presente in autunno ho invece comprato un deumidificatore elettronico; è un acquisto che consiglio perche' davvero utilissimo in particolare alla fine di una serata osservativa in autunno/inverno per asciugare l'ambiente interno quando si chiude il tetto.
Fino ad oggi l'osservatorio ha ospitato tre strumenti; un glorioso Meade 2080b a forcella motorizzato solo in AR, un Apo Zen da 6” su montatura meade LXD750 e una Newton da 12” sulla medesima montatura. L' importanza di una postazione fissa si è fatta sentire con questi ultimi due strumenti e in particolare con il newton, molto pesante da trasportare, di lunga acclimatazione e sensibile alla scollimazione.
Tirando le somme con un osservatorio prefabbricato non avrei avuto questi problemi, tuttavia ho speso molto meno ed e' stata sicuramente una bella esperienza che mi ha insegnato molto e in particolare che l'acqua passa ovunque!

Orizzonte NE-E-SE

 

 

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